#PAULLORICORDA
16 APRILE 2020, MUORE LUIS SEPÙLVEDA: CANTORE DELLA LIBERTA’

dal 17/04/2020 al 30/04/2020

Biblioteca comunale

 

“E se è tutto un sogno, che importa. Mi piace e voglio continuare a sognare”
(Luis Sepùlveda)

Ieri, a Oviedo, stroncato dall’ignobile COVID-19, se n’è andato – per sempre, all’età di 70 anni – Luis Sepùlveda. Era ricoverato dalla fine di febbraio per il virus che sta cambiando le nostre vite.
Nacque in Cile, a Ovalle, il 4 ottobre del 1949. La sua gioventù la trascorre a Valparaiso, splendida città sull’Oceano Pacifico rammentata anche da Ernesto Guevara (El Che) nei suoi racconti. In questo periodo della sua vita, le figure fondamentali e che gli trasmisero l’amore per la scrittura e la letteratura furono il nonno paterno – Gerardo Sepulveda Tapia – e lo zio Pepe, entrambi anarchici. È grazie a loro e al loro pungolo che si avvicina alle letture di romanzi di avventura, leggendo autori come Cervantes, Salgari, Conrad e Melville.
Fu un fervido ecologista, viaggiatore, guerrigliero, ma soprattutto fu uno scrittore.
Il suo esordio come scrittore avvenne con l’opera Il vecchio che leggeva romanzi d’amore nel quale raccontò – ripercorrendone le sfumature – i sette mesi trascorsi nella Foresta Amazzonica in compagnia degli indios Shuar. È in questo viaggio all’interno del polmone dell’umanità che comprende, con chiarezza e con nitida profondità, l’importanza della natura e della difesa dell’ambiente, proprio vivendo con gli indigeni: attraverso le abitudini e i ritmi di vita degli abitanti dell’Amazzonia, improntati al profondo rispetto per il creato.
Fervente sostenitore della democrazia, entrò a far parte – come membro del partito socialista – della guardia personale di Salvador Allende (Presidente socialista del Cile dal novembre 1970 al settembre 1973). Nel 1973, con il colpo di stato che portò all’instaurazione della dittatura militare di Pinochet, venne arrestato e torturato. Grazie al’intervento di Amnesty International viene liberato (con la pena però dell’esilio per 8 anni). Lasciò il suo Paese e da qui iniziò il suo percorso come esule politico.
Nella sua vita ha viaggiato a lungo in tutta l’America Latina, ma anche in altre parti del mondo. Visse, infatti, per alcuni anni in Germania, ad Amburgo. Ma non solo, anche a Parigi. Città, queste, che sono parte integrante della sua esistenza. Tutto ciò diede – e darà per sempre parlando di lui – un’impronta multiculturale alla sua figura.
La sua profonda vocazione ai temi dell’ambiente lo portò a seguire, in svariate occasioni, gli quipaggi di Greenpeace, in prima linea nelle loro azioni ed iniziative (missioni ecologiste) per la tutela ambientale.
Tra il 1977 e il 1978 viaggiò molto per il Sud America: in Brasile, Ecuador, Uruguay e Paraguay. Nella capitale dell’Equador riprese la sua attività di drammaturgo che aveva da tempo “abbandonato”.
Si sposò tre volte, delle quali due con la stessa donna, la poetessa Carmen Yáñez, donna della sua vita.
Conobbe la sua seconda moglie, tedesca, proprio in Equador, andando poi a vivere con lei in Germania. È proprio lei, comunque, a comprendere – nel profondo – i sentimenti di Sepùlveda, dicendogli apertamente: “Con te sto bene, sei divertente e anche un buon marito, ma l’unica donna che hai amato è Carmen”. Ed infatti Carmen e Luis si risposarono, sancendo una delle più belle storie d’amore che la letterutara contemporanea ha fornito. Meravigliose sono le parole della poesia (La más bella historia de amor/La più bella storia d’amore) che Luis scrive a Carmen, durante il viaggio in treno che li portò a Parigi dalla Germania, per iniziare la loro seonda vita insieme:

Che la via più breve
fra due punti
è il giro che li unisce
in un abbraccio sorpreso.
Che due più due
può essere un pezzo di Vivaldi.
Che i geni gentili
stanno nelle bottiglie di buon vino.

Tra le sue opere più importanti, ricordiamo Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico, Il potere dei sogni.
Nel 2015 venne insignito del premio letterario alla carriera Alessandro Manzoni. L’anno successivo, nel 2016, gli è stato attribuito il prestigioso premio Hemingway.

Desideriamo ricordarlo con una frase tratta dal suo libro Storia una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, grande successo letterario amato sia dagli adulti che dai bambini: “È molto facile accettare e amare chi é uguale a noi, ma con qualcuno che è diverso é molto difficile e tu ci hai aiutato a farlo”.

La Città di Paullo ne ricorda la figura, elogiandone e rammentandone le azioni in sostegno della democrazia, contro uno dei più orrendi regimi dittatoriali del ventesimo secolo.

Il Responsabile del Settore Cultura
Roberto Marraccini

CITTA' DI PAULLO

 

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